2° International Congress EHMTIC 

Nice (Francia), 28 – 31 ottobre 2010

A cura di Paola Di Fiore 

Si è tenuto a Nizza, dal 28 al 31 ottobre, il Congresso congiunto Migraine Trust ed EHF (European Headache Federation) che ha rappresentato l’appuntamento europeo più importante sulle cefalee nel 2010.
Nonostante la presenza dei più grossi nomi internazionali sulle cefalee (Goadsby, Lipton, Moskovitz, per citarne solo alcuni) le aspettative, per quel che mi riguarda, sono state in parte deluse, per la mancanza di reali novità: nessuna nuova idea o spunto per la ricerca nel “mondo delle cefalee”.

I temi di maggiore rilevanza, hanno riguardato il trattamento preventivo dell’emicrania cronica e in particolar modo la terapia da instaurare nelle forme poco responsive ai trattamenti tradizionali.

L’argomento più interessante, per cui vale la pena spendere qualche parola, e che ha attirato l’attenzione dei più, è stata la “new entry” della tossina botulinica nel trattamento dell’emicrania cronica refrattaria ad altri trattamenti.
L’esperienza è stata riportata dal Dr. Julio Pascual, neurologo dell’Università delle Asturie di Oviedo (Spagna), che ha trattato 34 pazienti con emicrania cronica, con iniezioni di 100-150 U di onabotulinumtoxin A (BTA) a livello pericranico per valutarne gli effetti in termini di riduzione della ricorrenza degli attacchi. I pazienti erano tutti non responder o intolleranti alle terapie orali preventive e tutti, tranne tre, riferivano un “overuse” di sintomatici. Il trattamento con BTA ha ridotto di almeno il 50% la frequenza degli attacchi severi, il consumo di triptani e il ricorso al pronto soccorso nell’82% dei partecipanti. La BTA sembra essere un’opzione vantaggiosa sia dal punto di vista clinico che economico.

Personalmente penso che nonostante la nuova indicazione che la tossina otterrà anche in Italia, ad oggi non dovrebbe essere considerata come la panacea per i pazienti con emicrania cronica; serve del tempo per avere informazioni derivate dall’esperienza clinica e sono necessari specifici studi per capire quali siano i pazienti candidati a questo trattamento e quali sono i reali benefici nel tempo. Resta comunque la curiosità di capire cosa accadrà.
Altro aspetto interessante da segnalare, e per cui si aspettavano grossi risultati già da qualche anno, riguarda gli antagonisti del CGRP. Il Prof. Diener, dell’Università di Hessen (Germania) sta valutando l’efficacia di un nuovo antagonista del CGRP nel trattamento acuto degli attacchi emicranici. Uno studio randomizzato, in doppio cieco a gruppi paralleli, controllato verso placebo condotto in un campione di circa 400 pazienti, ha dimostrato che la nuova molecola è efficace e che la sua efficacia è dose-dipendente, ma soprattutto ha dimostrato una bassa incidenza di eventi avversi indipendentemente dal dosaggio utilizzato.

Aspettiamo la conferma da ulteriori studi clinici e soprattutto siamo impazienti di poter avere a disposizione per i nostri pazienti cefalalgici qualcosa di nuovo ed efficace nell’armamentario terapeutico dei neurologi.

Da Nizza è tutto……. per il momento nulla di nuovo sotto il sole!