Bologna Cefalea 2010
Coordinatori del Corso: Prof. Pasquale Montagna e Prof. Pietro Cortelli
A cura di Paola Torelli
Il 7 febbraio si è svolto a Bologna l’incontro “Bologna Cefalea 2010”. Si tratta di un evento che dal 2008 i professori Pasquale Montagna e Pietro Cortelli organizzano annualmente nella bellissima Aula Magna della Clinica Neurologica in cui hanno lasciato la loro indelebile impronta alcuni dei più insigni Maestri della Neurologia italiana del XX° secolo, i professori Ottonello, Ambrosetto e Lugaresi.
Il convegno è stato di grande interesse ed utilità.
Dal punto di vista fisiopatogenetico il prof. Geppetti ha evidenziato che sono sempre più numerosi i dati a favore di una sensibilizzazione periferica e di un coinvolgimento delle arterie extracraniche (durali e piali) nella genesi del dolore emicranico.
La prof. Pierangeli ha sottolineato il ruolo sempre più rilevante del rapporto-medico paziente nella terapia dell’emicrania. In particolare, è importante sapere ascoltare il soggetto che ha mal di testa, conoscere le tecniche di comunicazione che consentano di spiegare chiaramente alla persona che ci è davanti la natura del disturbo ed accertarsi che il paziente abbia capito ciò che abbiamo spiegato.
In questo contesto si ritiene che i trattamenti non farmacologici dovrebbero essere presi in considerazione almeno quanto le terapie farmacologiche.
In campo farmacologico sempre il prof. Geppetti ha esposto i dati relativi al tonabersat, farmaco che blocca la cortical spreading depression e inibisce gli impulsi Ca++-mediati e che potrebbe essere utilizzato nel trattamento preventivo dell’aura emicranica e al telcagepant, antagonista dei recettori del Calcitonin Gene Related Peptide (CGRP), che non passa la barriera ematoencefalica ed è privo di effetti vascolari, e che potrebbe essere commercializzato per il trattamento acuto degli attacchi di emicrania.
Non ci sono sostanziali novità nel trattamento delle cefalee primarie in età pediatrica.
Il dr. Ferrarini ha portato all’attenzione dei partecipanti l’importanza di pensare sempre alla presenza di una possibile trombosi venosa profonda nei casi di cefalea inusuali, soprattutto in donne giovani, e l’opportunità di approfondire gli studi in merito all’insufficienza cronica del sistema venoso cerebrale, un’entità clinica ancora poco riconosciuta.
Il dr. Querzani ha illustrato, dopo una serie di considerazioni in merito all’associazione tra emicrania e rischio cardiovascolare, il percorso diagnostico terapeutico del forame ovale pervio (PFO) pubblicato dalla Regione Emilia Romagna nel 2009, che chiaramente non ritiene necessaria l’esecuzione di indagini diagnostiche per la ricerca della PFO nei soggetti affetti da emicrania senz’aura e con aura, anche in presenza di lesioni della sostanza bianca cerebrale rilevate grazie alla RMN cerebrale.
La riunione si è conclusa con l’intervento della Sig. Merighi (i “suoi” pazienti la chiamano “mamma Lara”), una simpatica ed entusiasta signora affetta da cefalea cronica quotidiana che da alcuni anni partecipa a tutti i convegni sulle cefalee che vengono organizzati nel nord Italia (e forse anche oltre, è Presidente dell’Associazione Al.Ce. (Alleanza Cefalalgici), gestisce un forum per cefalalgici che nel 2009 ha ricevuto più di 48000 messaggi, facilita un gruppo di auto-aiuto per cefalalgici a Ferrara e fa squisiti dolci che dispensa ai cefalologi che le stanno simpatici.
Il clima cordiale e frizzante è stato, per quel che mi riguarda, velato dalla triste consapevolezza che fra qualche anno l’evento non sarà più qui perché la Clinica Neurologica di Bologna si dovrà trasferire ed “omogeneizzare” con le altre realtà neurologiche della città secondo la logica squisitamente “aziendale” che purtroppo contraddistingue l’organizzazione degli spazi e delle attività delle strutture sanitarie nella Regione Emilia-Romagna.
È una triste consapevolezza perché è accaduto anche a Parma.
La Clinica Neurologica di Parma oggi non esiste più, di nome e di fatto: il Padiglione Vighi in cui ho preparato e scritto la tesi di laurea e in cui i prof. Roncoroni e Visintini hanno segnato e insegnato la Neurologia italiana diventerà a breve un Centro commerciale privato, la Clinica oggi si chiama UOC di Neurologia dell’AOU di Parma (quanto sono freddi gli acronimi!) e i medici (neurologi o specializzandi) sono costretti a studiare (o stazionare) in una sola stanza, definita multifunzionale, in cui nessuno trova neppure lo spazio per appoggiare un libro.
Purtroppo, ed è solo una mia opinione, è finita l’epoca dei Baroni che crescevano i loro allievi e fondavano le Scuole, dell’Università, dei professori, dell’insegnamento e della ricerca “libera”.
Chi di noi vorrà si adatterà a ciò che i burocrati chiamano “l’Ospedale di insegnamento”.