Mi chiamo Elena Rede e sono un’artista che spesso vive l’incubo della cefalea che a volte combatte isolandosi nei suoi mondi fatti di pigmenti, ferro, stagno, resine…

Nel viaggio delle mie emicranie sposto la forma e mi dedico a spazi differenti, una sorta di landescape immaginari, crateri materici o fusioni cristalline, oppure libero quell’impeto graffiante di spostare ogni cosa come se in un colpo di fiato se ne andasse via anche quella martellante confusione che impedisce una visione limpida; ed eccomi lì allora a martellare il ferro, a piegare lo stagno o graffiare l’alluminio… momenti dove la concentrazione sul dettaglio risulta alquanto approssimativa, mentre il gesto istintivo e poco governato delle mani mi illude che con la fatica del gesto se ne vada via anche il dolore della testa… spesso solo un’illusione per arrivare ai momenti sereni in cui dipingi o scolpisci con tecnica precisa e animo tranquillo e sereno.

Vi allego l’immagine di un’opera che credo possa ben rappresentare la sintesi di questo viaggio, la ricerca di una verità pulita e serena, un risveglio dal sogno o incubo di questo labirinto.

Elena Rede