Frequentemente nei soggetti emicranici diversi fattori possono fare da “ trigger”* allo scatenamento di un attacco di cefalea e la loro identificazione o il poterli evitare è alla base di una buona gestione terapeutica.
Alcuni fattori, quali per esempio il tempo, l’assunzione di alcol o i cibi, sono stati menzionati a sproposito come i più frequenti rispetto ad altri; così come è stata riportata da alcuni soggetti la coesistenza di più di un fattore.
Poco si sa riguardo la prevalenza e la distribuzione di questi trigger emicranici, in particolare in relazione al genere (uomini/donne), alla durata della malattia emicrania e dei suoi sottotipi, alla razza/etnia, all’ubicazione geografica. Una recente indagine condotta da studiosi dell’Università dell’Alabama si è posto così l’obiettivo di determinare la prevalenza di queste variabili e di compararle con altri precedenti studi (Headache 2010; 50:1366-1370).
Venivano arruolati 200 soggetti (età media 41 anni; l’89% donne) con emicrania di recente insorgenza, a cui veniva chiesto di elencare su un apposito questionario quali trigger avessero notato prima dell’attacco emicranico e quali fossero i più frequenti. Inoltre alle donne veniva chiesto di precisare se l’emicrania scatenata dal ciclo mestruale fosse diversa da quella presentata tra un ciclo e l’altro, segnalando in che cosa consistesse la diversità.
Il 91% dei soggetti riferiva la presenza di almeno un triggere l’82,5% più di uno.
La percentuale della frequenza e della distribuzione dei trigger maggiormente segnalati viene riportata in tabella 1; il 40,5% riferiva “altri” triggernon elencati nel questionario, ma che venivano specificati (tabella 2). Lo stress e a seguire il sonno, gli odori e il tempo erano i fattori scatenanti più frequentemente riportati.
Questi risultati non sembravano variare in rapporto alla sede geografica di residenza o alla differente razza/etnia. Così pure soggetti con emicrania cronica non presentavano maggiori probabilità di riportare trigger singoli o multipli, rispetto a soggetti con emicrania episodica; l’appartenere al sesso femminile o la durata di malattia-emicrania (media 21 anni) non ne influenzavano la prevalenza; mentre il 63% delle donne (53/85) segnalava il ciclo mestruale come tra i trigger emicranico più frequenti. Nei due terzi (34/51 donne, pari al 67%) gli attacchi si presentavano di intensità più severa, di maggiore durata e più ribelli alla terapia sintomatica, rispetto agli attacchi che si manifestavano tra un ciclo mestruale e l’altro.
Questi risultati erano sovrapponibili ad altri studi analoghi di popolazione condotti in differenti aree geografiche americane, non trovando così significative differenze di prevalenza e distribuzione, confermando la validità dei risultati.
Tabella 1. Frequenza e distribuzione dei trigger emicranici
Tabella 2. Altri” trigger
Analoga ricerca è quella del centro cefalee dell’Università di Copenhagen riguardo i trigger riferiti da soggetti con sola emicrania con aura(Cephalalgia 2010; Sep 16:1-23).
Erano arruolati 126 soggetti (età media 52 anni; 78 % donne) in cui venivano caratterizzati i principali trigger(stress, luce, sonno, alcool, sforzi fisici, odori, ormoni, tempo, fumo); il troppo lavoro (84%), la luce intensa 59%), il poco sonno (79%), il vino rosso (91%), il fumo passivo (100%), le mestruazioni (86%) e i profumi (80%) erano quelli più segnalati. Tra questi il ciclo mestruale, la luce intensa, e lo stress scatenavano più del 50% gli attacchi di emicrania con aura rispettivamente nel 62%, 47% e 42% dei soggetti.
La tabella 3 riporta i specifici sottotipi dei principali trigger segnalati.
Tabella 3. Caratterizzazione in sottotipi dei principali trigger emicranici
Trigger | % |
Stress (n 64)
– troppo lavoro |
84 36 34 34 34 33 31 31 27 16 13 |
Ormoni (n 14)
– le mestruazioni |
86 36 29 21 14 |
Luce (n 44)
– luce del sole riflessa |
80 64 59 32 16 9 |
Quando i triggererano rappresentati da luce, profumi e sforzo fisico, la durata di esposizione necessaria a scatenare un attacco era riferita meno di 3 ore (90-100% dei soggetti); mentre era maggiore di 3 ore per lo stress o eventi emotivi. Così pure il tempo (la latenza) tra l’esposizione al trigger e l’insorgenza dell’attacco non superava le 3 ore (90-100% dei soggetti).
Commento
Da queste indagini emerge che lo stress e le fluttuazioni ormonali sono da considerarsi i principali e i peggiori trigger nello scatenare un attacco di emicrania senza e con aura.
Lo stress non va inteso solo in ambito lavorativo (straordinari, frustrazioni, mancati riconoscimenti etc.), ma anche in relazione a problematiche famigliari (problemi con i figli, con il partner, separazioni, lutto) e a particolari stati emotivi (stati di ansia, depressione, rabbia, irritazione, forti emozioni).
Il saperli riconoscere è una fase importante nella gestione dell’emicrania in quanto può indirizzare ad attuare particolari strategie non solo farmacologiche.
Alcuni esempi:
- evitare il vino rosso durante le mestruazioni o durante pranzi di lavoro;
- se gli attacchi sono solo scatenati dalle mestruazioni attuare la miniprofilassi o “trattamento temporizzato” con farmaci sintomatici (FANS o triptani) per 8-10 giorni cominciando 2-3 giorni prima della presunta mestruazione e continuando fino alla fine del ciclo, limitando così l’assunzione di farmaci a solo quel periodo;
- cercare di ottenere almeno 8 ore di sonno se il giorno seguente può presentarsi una giornata lavorativa particolarmente impegnativa, evitando nervosismo o maggiore stanchezza o stato d’ansia;
- associare a terapie farmacologiche, terapie comportamentali o di rilassamento o psicologiche
- combattere lo stress di giornate lavorative troppo intense dedicando ore allo sport, alla ginnastica etc.…
- cercare di ottimizzare il tempo per ridurre un lavoro troppo sostenuto, etc.
Il diario della cefalea potrà essere di aiuto, prestando più attenzione ad annotare quale trigger è maggiormente associato ad un attacco di mal di testa, condividendo così con il proprio medico la strategia e la scelta terapeutica più appropriate da adottare.
NB: Dal 31 dicembre 2010 le aziende, sia pubbliche che private, avranno l’obbligo di valutazione dello stress lavoro-correlato dei propri dipendenti, secondo le disposizioni applicative del decreto 81 del 2008; ciò consentirà entro breve di avere a disposizione un monitoraggio obiettivo sulla relazione tra stress da lavoro e malattie professionali. Ci auguriamo che questa valutazione porti all’attuazione di misure di miglioramento della condizione individuale rispetto allo stress, potendo così anche intervenire sui quei fattori trigger emicranici lavoro-correlati.
*trigger: innescare, provocare, dare l’avvio, in questo caso ad un attacco emicranico