L’attacco emicranico, viene sempre identificato con l’insorgenza di un mal di testa o la manifestazione di un’aura; mentre è caratterizzato da quattro fasi, non sempre presenti in tutti i soggetti o in tutti gli attacchi, delle quali la prima, la fase dei “prodromi”, riveste una certa importanza, perché saperla riconoscere può aiutare a prevenire le fasi successive, sia quella dell’aura (in chi soffre di emicrania con aura), sia quella del mal di testa (fase algica). È caratterizzata da una particolare sintomatologia quale sbadigli, senso di fame (desiderio per alcuni cibi in particolare), irritabilità, sonnolenza, sensazione di stanchezza diffusa, iperattività, disforia, calo del tono dell’umore, meteorismo; si manifesta tra le 2 e 48 ore prima dell’aura e/o prima dell’insorgenza di un attacco di cefalea.
In un recente articolo canadese, l’autore analizzando tutti gli articoli della letteratura a riguardo, si è posto l’obiettivo di capire se il trattamento sintomatico assunto durante i prodromi (prima dell’aura e dell’attacco doloroso) potesse essere una strategia utile nella gestione di un attacco emicranico [ Cephalalgia 2012, 0(0):1-5].
Negli studi analizzati, una discreta quota di soggetti prima della cefalea sperimentava una varietà di sintomi con una prevalenza variabile tra il 33 e l’87%. Nel grafico si illustra la frequenza dei principali sintomi premonitori che l’autore riporta da due recenti studi.
Tra questi, gli sbadigli, lo stato emotivo, la difficoltà di concentrazione possono predire in modo attendibile un attacco emicranico. Infatti alcuni studi dimostravano che se questi sintomi venivano identificati con una certa probabilità, nel 75-95% delle volte l’attacco si manifestava entro le 72 ore; mentre, se erano riconosciuti con certezza, si manifestava nel 95% delle volte.
Pochi erano gli studi clinici che si erano occupati di verificare se una terapia con un farmaco sintomatico, assunto sin dalla fase dei prodromi, potesse prevenire l’insorgenza di un attacco emicranico. I farmaci testati erano stati solamente il Naratriptan* e il Domperidone**, dimostrandosi efficaci entrambi nel prevenire l’attacco quando assunti alla comparsa dei sintomi premonitori. Se il Naratriptan veniva assunto nelle 2 ore prima dell’insorgenza del mal di testa, il 40% dei soggetti non manifestava cefalea; nei restanti casi, la cefalea era comunque più lieve e meno invalidante. Così pure il Domperidone era in grado di prevenire l’attacco emicranico nel 66% dei casi, se assunto all’insorgere dei sintomi premonitori (almeno 12 ore prima dell’attacco). L’autore suggeriva come triptano il Frovratriptan o lo Zolmitriptan i quali, come si dimostravano efficaci nel prevenire gli attacchi di emicrania mestruale quando assunti il giorno prima del ciclo mestruale, per similitudine potevano esserlo se assunti alla comparsa dei sintomi premonitori (in particolare il Frovatriptan per la sua lunga emivita plasmatica***).
L’autore concludeva sulla scorta degli studi esaminati che, nonostante siano necessarie ulteriori ricerche a riguardo, un trattamento sintomatico durante la fase dei sintomi premonitori sia di grande utilità nella strategia di prevenzione di un attacco emicranico.
Nota
Questo articolo sottolinea l’importanza di saper riconoscere i sintomi che preannunciano un attacco emicranico, affinché si possa attuare una tempestiva strategia nell’affrontarlo e nel prevenirlo efficacemente. Sarà di aiuto il “diario della cefalea” sul quale annotare tutti quei sintomi che precedono di alcuni giorni o ore il mal di testa. Una volta identificati come sintomi premonitori, non solo una terapia specifica sarà da prendere in considerazione, ma anche tecniche di rilassamento.
*Naratriptan: appartiene alla famiglia dei triptani (Almotriptan., Eletriptan, Frovatriptan, Rizatriptan, Sumatriptan, Zolmitriptan) farmaci di prima scelta nel trattamento degli attacchi di emicrania di intensità medio-forte; non è in commercio in Italia.
**Domperidone: farmaco contro la nausea e il vomito, utilizzato negli attacchi di emicrania accompagnati da nausea intensa.
***emivita plasmatica: si riferisce al tempo durante il quale il farmaco resta attivo cioè alla sua durata di azione