Uno dei principali problemi del nostro secolo è il rapporto tra salute ed un corretto stile di vita (dieta, attività fisica, consumo moderato di alcol, il non fumare), che gioca un ruolo importante in molte malattie, tra le quali anche l’emicrania. Da recenti studi l’84% degli italiani non conduce uno stile di vita adeguato, a discapito della prevenzione anche di patologie importanti, quali per esempio le malattie cerebrocardiovascolari, con conseguenze nocive sul proprio benessere fisico e psichico.
Si è concordi che la frequenza, la durata e l’intensità di un’emicrania possono essere influenzati da una serie di fattori, come lo stress, la dieta, le fluttuazioni ormonali e il consumo di farmaci. Tuttavia vi sono dati contrastanti riguardo alcuni stili di vita e la loro associazione con il mal di testa.
Riportiamo due studi che hanno voluto indagare seppure in modo diverso questa relazione.
Il primo condotto da ricercatori dell’Università di Theran (Pain Practice 2010; 3:228-234) ha confrontato 85 donne con emicrania con altrettante 85 senza emicrania.
Il grafico illustra le differenze tra i due gruppi, evidenziando come abitudini alimentari non corrette, un sonno poco riposatore e il consumo di farmaci erano significativamente più presenti nelle donne con emicrania rispetto a quelle senza; il fumare o fare una regolare attività fisica non erano percentualmente significativi nei due gruppi.
Riguardo l’alimentazione, le donne emicraniche assumevano meno di tre pasti al giorno e dormivano meno di sei ore per notte.

Il secondo studio, condotto in tre diverse regioni della Germania, ha voluto indagare se il consumo di alcol, le abitudini alimentari (valutate mediante punteggio dell’Indice di Massa Corporea/IMC*), l’abitudine al fumo e l’attività fisica si associavano ad un’aumentata prevalenza** di emicrania e di cefalea di tipo tensivo (J Headache Pain 2011, 12:147-155).

In un campione di 7417 soggetti, di età compresa tra i 35 e i 75 anni (52% donne) l’11% presentava emicrania e il 27% cefalea di tipo tensivo.

I risultati dimostravano che il fumare, un aumentato IMC, così come il consumo alcolico o una ridotta attività fisica non si associavano in modo significativo nell’aumentare la prevalenza di emicrania o cefalea tensiva, non costituendo quindi fattori di rischio per la loro manifestazione.

Gli autori però facevano alcune considerazioni interessanti al risultato riportato:

  • nonostante l’IMC non si correlasse alla prevalenza di emicrania, l’obesità rappresentava un fattore di rischio per la cronicizzazione di un’emicrania preesistente, in quanto aumentava la frequenza degli attacchi e dei giorni di cefalea/mese; non per la cefalea di tipo tensivo;
  • cercare di ottenere almeno 8 ore di sonno se il giorno seguente può presentarsi una giornata lavorativa particolarmente impegnativa, evitando nervosismo o maggiore stanchezza o stato d’ansia;
  • i soggetti con cefalea tendevano a consumare meno alcolici;
  • infine questi stili di vita pur non influenzando la prevalenza di una cefalea, l’aggravavano, una volta che questa si era manifestata, per un’aumentata frequenza di attacchi (portando verso una cronicizzazione), di intensità e durata degli stessi, in particolar modo per l’emicrania.

Nota dell’autore
Questi due studi se pur diversi nel loro obiettivo devono far riflettere sull’importanza di condurre un sano stile di vita. L’emicrania è considerata una malattia cronica anche se attacchi sono poco frequenti, dal momento che una volta che si manifesta accompagna un individuo per buona parte della sua vita, ed è molto disabilitante.
Riconoscendo e modificando alcuni stili di vita non corretti, si possono rimuovere quei fattori, che da esso derivano, che fanno da trigger o aggravano un attacco emicranico, contribuendo a rendere più efficace una terapia farmacologica e garantendo una migliore qualità di vita. Mi riferisco per esempio a:

  • corrette abitudini alimentari che evitino di saltare i pasti, di stare troppo a digiuno, di bere troppi caffè;
  • un’attività fisica regolare, per esempio anche il solo camminare (una volta a settimana per un’ora o 30 minuti al giorno per tre volte alla settimana), che aiuti a mantenere corrette posture in chi trascorre molte ore a tavolino o davanti al computer, ma anche che riduca lo stress lavorativo; da ricordare che l’attività fisica aumenta le endorfine, sostanze che per la loro proprietà analgesica, riducono il dolore;
  • dormire le ore sufficienti a garantire un buon riposo: non andare a letto troppo tardi, non impegnarsi in attività intellettuali alla sera specialmente dopo cena, leggere fino a tarda ora etc.

* IMC: è un indicatore dello stato di peso forma misurato dal rapporto peso/altezza; l’Organizzazione Mondiale della Sanità usa delle tabelle in cui valori buoni di IMC sono compresi tra 18,5 e 21; valori <18 indicano magrezza, mentre quelli >40 grave obesità.

** Prevalenza: indica un modo di misurare la frequenza di una malattia nella popolazione (in questo caso emicrania). Conoscere la prevalenza di una malattia consente di comprendere il suo impatto sulla salute pubblica, di pianificare le risorse in base alla sua prevalenza attesa e programmarle in base alla sua variazione temporale.