L’aura è il fenomeno associato ad un particolare tipo di cefalea primaria, l’emicrania con aura; è caratterizzata da sintomi neurologici transitori di tipo visivo, sensitivo o motorio o da turbe del linguaggio, a sviluppo graduale, di durata limitata (mediamente 10-15 minuti), completamente reversibili. Abitualmente al fenomeno dell’aura segue una cefalea che puo’ avere caratteristiche emicraniche o no; talvolta l’aura è l’unica manifestazione dell’attacco.

In qualunque modo si manifesti, pero’, la comparsa di sintomi neurologici seppure transitori e di breve durata mette sempre in allarme il paziente, anche se a questo tipo di attacchi è abituato da anni.

Alla base dell’aura vi è un evento elettrico, fisiologico, denominato “Cortical spreading depression”, un fenomeno di modificazione dell’attività di neuroni localizzati a livello della corteccia occipitale associata a variazioni del flusso vascolare locale. E’ un fenomeno transitorio che non comporta danni vascolari cerebrali.

Ma, a complicare le cose sull’argomento, si sa che il soggetto con emicrania con aura ha un aumentato rischio vascolare cerebrale rispetto alla popolazione generale, soprattutto se donna ed in età fertile. Ha inoltre un’aumentata prevalenza della persistenza di un’anomalia a livello interatriale, fra i due atri cardiaci, la pervietà del forame ovale. Per queste correlazioni l’aspetto “vascolare” dell’aura continua a stimolare ricerche in tal senso e a preoccupare il paziente nei nostri ambulatori.

Nel 2015 Petrusic et al. hanno studiato, utilizzando il Doppler transcranico, il flusso vascolare in un importante vaso intracranico (l’arteria cerebrale media), bilateralmente, in pazienti affetti da emicrania con aura, confrontandoli con soggetti non emicranici. Lo studio è stato fatto in periodo libero da attacchi emicranici. Hanno riscontrato un maggior numero dii passaggi intra-arterioso di microemboli nei soggetti con aura ma non hanno saputo dare un significato specifico a tale dato, anche se è suggestivo pensare che possa essere in parte correlato alla maggior presenza di PFO in questo gruppo di soggetti.

L’evidenza di un maggior numero di microemboli in tali soggetti, in fase intercritica, ha suscitato interesse in numerosi altri studi.

Diener e il gruppo dell’Universita’ di Essen hanno di recente pubblicato su Cephalalgiauna revisione critica di questo lavoro concludendo che tali dati necessitano di ulteriori, più approfonditi studi prima di giungere alla conclusione che nell’evento dell’aura abbia importanza anche una componente vascolare.

In conclusione, a tutt’oggi, dobbiamo ancora limitarci alle certezze finora raggiunte: il soggetto con aura va seguito con attenzione sul versante vascolare con accertamenti di screening per la trombofilia e con la ricerca del forame ovale pervio; indispensabile fornire anche informazioni sul rischio vascolare se fumatore /fumatrice o in terapia contraccettiva.

Bibliografia
1)  Diener HC. What triggers migraine aura?Cephalalgia. 2016 May;36(6):501-2
2)Petrusic I, Podgorac A, Zidverc-Trajkovic J et al. Do interictal microembolic signals play a role in higher cortical dysfunction during migraine aura?Cephalalgia. 2016 May;36(6):561-7
3)  Frediani et al. Le cefalee. Clinica e terapiaRaffaello Cortina Editore