La mia emicrania parte da lontano….tutte le donne della mia famiglia, da parte materna, hanno sofferto e soffrono di emicrania. Quand’ero bambina ricordo che spesso mia madre si aggirava con una fascia stretta attorno alla fronte con due fette di limone all’altezza delle tempie e stava a letto al buio, mentre io giocavo al “giornalaio” distribuendo giornali e riviste sul mio lettino: mi ero inventata un gioco poco rumoroso! Poco dopo l’inizio del ciclo mestruale ho cominciato ad avere mal di testa che via via si è caratterizzato come vera e propria emicrania che nell’età più adulta è diventata regolare, tutti i mesi.
Le mie emicranie sono state occasionalmente accompagnate da fenomeni vagali, nausea o vomito o svenimenti. Ovviamente ho fatto uso di analgesici che negli anni sono cambiati, perché me ne consigliavano di nuovi; ho fatto anche ricorso a terapie di medicina omeopatica, agopuntura, naturopatia. I risultati sono stati altalenanti e mi è difficile dire se uno di questi percorsi terapeutici sia stato veramente valido.
Negli anni ho acquisito la convinzione che l’emicrania fosse una presenza scontata nella mia vita e che bisognasse conviverci.
Nel frattempo sono diventata insegnante di yoga e praticante di meditazione e ho cercato di applicare la consapevolezza al fenomeno emicrania, quindi ho cominciato ad osservarla.
Gli attacchi di emicrania erano sempre coincidenti con la ciclicità ormonale però venivano come amplificati da un momento di stress o un evento emotivamente rilevante (anche positivo) o semplicemente un periodo di affaticamento. Ho osservato che spesso durava tre giorni e con intensità variabile; mi sono resa conto che se riuscivo a riposarmi e a praticare un pò di rilassamento l’emicrania diminuiva di intensità e di durata. Al contrario cercare di mantenere la quotidianità lavorando e mantenendo tutti gli impegni rendeva l’emicrania veramente sempre più intensa, fino a percepirla come veramente invalidante.
Nel frattempo è arrivata la menopausa e gli attacchi emicranici sono molto diminuiti nella loro frequenza e intensità. La mia natura “arietina” mi ha sempre portato ad agire e combattere ma ho imparato che l’emicrania ha bisogno di un approccio più “morbido”: accogliere ed osservare senza partire “lancia in resta”, insieme alle scelte terapeutiche più adatte, possono essere un valido aiuto. Ho 56 anni e ne ho passati più di trenta con l’emicrania che ciclicamente è venuta a trovarmi….forse ora posso vederla anche come un mezzo per osservarmi e un allenamento alla pazienza che non è proprio la mia virtù!
di Marina Brivio