Il trattamento sintomatico degli attacchi di emicrania prevede numerose possibilità di scelta del farmaco da usare ma purtroppo ancora nessuno di essi è di provata efficacia, in ugual misura, per tutti i soggetti emicranici. Pertanto è un tipo di terapia che necessita sempre di essere personalizzata e  “cucita” addosso al singolo paziente, con abilità sartoriale.
Dal punto di vista farmacologico non vi sono, da anni, novità di rilievo in questo ambito. Comprendendo sempre meglio la patofisiologia dell’emicrania si spera che, in futuro, si rendano disponibili farmaci sintomatici sempre più efficaci; in questi ultimi anni alcuni sono in fase di sperimentazione clinica.
Una recente revisione della letteratura sull’argomento, basata sull’analisi delle più recenti linee guida pubblicate, è stata pubblicata su Headache. (1)
Scelta del farmaco: si ribadisce che la terapia deve essere personalizzata e non “ una per tutti”. Non si può predire quale tipo di terapia acuta sarà efficace per uno specifico paziente e pertanto spesso è necessario tentare con vari tipi di molecole prima di trovare quella più adatta.
Individuare una terapia sintomatica efficace per quel singolo paziente è una grande sfida per il medico con conseguente soddisfazione del paziente, miglioramento della sua qualità di vita, maggior aderenza alla terapia ed alle cure in generale da parte sua oltre a riduzione del rischio di cronicizzazione e di abuso del farmaco sintomatico.
Le due grandi categorie di farmaci& con evidenza di efficacia nel trattamento acuto dell’attacco emicranico rimangono ad oggi i triptani (in commercio con varie formulazioni) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), questi ultimi anche in associazione a molecole anti- nausea e vomito, sintomi vegetativi presenti nell’attacco emicranico.
Non ci soffermeremo sui vari tipi di farmaco da scegliere perché’ meriterebbero un capitolo a parte.
Dalla revisione della letteratura si e’ avuta la conferma di alcuni concetti chiave:

  1. l’assunzione precoce del farmaco e’ importante per una risoluzione più efficace e più rapida dell’attacco e può ridurre il rischio di una ricomparsa della cefalea
  2. è importante anche la personalizzazione della modalità di assunzione della terapia, in base alla insorgenza precoce di sintomi quali nausea e/o vomito
  3. nel caso si assuma un triptano, alla ricomparsa della cefalea, in molti soggetti è efficace l’assunzione di una seconda dose dello stesso triptano. L’esperienza clinica indica che può essere efficace anche l’assunzione di un FANS in seconda battuta ma vi sono ancora pochi studi in questo senso.
  4. e’ descritta anche come efficace l’assunzione contemporanea di triptano e FANS (ad esempio: il naprossene sodico alla dose di 500-550 mg), all’inizio dell’attacco
  5. nel caso di scarsa efficacia del farmaco o di rapida e frequente ricomparsa del dolore utile valutare l’opportunità di passare ad un altro farmaco sintomatico, ad esempio ad un altro triptano con emivita più lunga quale il frovatriptan
  6. Se il farmaco sintomatico è costantemente inefficace o se risultano inefficaci più farmaci sintomatici testati in sequenza è indicato riconsiderare la correttezza della diagnosi, le modalità di corretta assunzione del farmaco, il dosaggio assunto, l’esistenza di un abuso farmacologico.
  7. Per i soggetti che risultano refrattari a tutti i tipi di farmaci sintomatici utilizzati e’ indispensabile una presa in carico più accurata con una terapia di profilassi ed un approccio comportamentale più accurato

I farmaci della famiglia dei triptani e dei FANS hanno controindicazioni molto note quali la cardiopatia ischemica e l’ipertensione arteriosa non controllata per i triptani, l’ulcera gastroduodenale, le nefropatie e l’uso di terapia anticoagulante per i FANS.
Per quanto riguarda invece l’assunzione contemporanea dei cosiddetti “farmaci antidepressivi” (inibitori della ricaptazione della serotonina e dell’adrenalina) si sottolinea che essi non costituiscono una controindicazione assoluta per i triptani, anche se la co-assunzione necessita di un occhio più attento da parte del Medico.
Nell’articolo si sottolinea infine quanto sia importante che tutti i pazienti siano allertati sull’importanza di non cadere in un abuso o meglio iper-uso di farmaci sintomatici, fatto che predispone alla cronicizzazione della cefalea.

Bibliografia

1)Werner J. Becker, MD, FRCPC. Acute Migraine Treatment in Adults. Headache. 2015;55(6):778-793